

2016: X. compactus e X. crassiusculus sono stati segnalati all’interno e nei pressi delle aree naturali della Costa Azzurra e di El Pla de les ...
Settembre 2016: nel Parco Nazionale del Circeo, la prima massiccia epidemia di Xylosandrus compactus e Xylosandrus crassiusculus in un parco naturale.
Gli scienziati iniziano a studiare i percorsi di espansione e sperimentano protocolli di individuazione precoce e misure di contenimento o di eradicazione su piccola scala.
Luglio 2018: il progetto SAMFIX inizia con l’obiettivo di contenere e sradicare le invasioni.
A settembre 2016, nel Parco Nazionale Circeo (Italia)è stato scoperto il primo importante focolaio di Asian Ambrosia beetles pesente all’interno di un’ecosistema naturale europeo: Xylosandrus compactus (black twig borer) e Xylosandrus crassiusculus (granulate ambrosia beetle).
Questi coleotteri, che ospitano funghi simbionti, scavano gallerie in rami giovani (X. compactus) e tronchi (X. crassiusculus) di alberi. Gli alberi infestati possono mostrare avvizzimento, deformazione del ramo, rotture e declino generale. Alla fine si può verificare un disseccamento diffuso della macchia mediterranea, come è avvenuto nel Parco del Circeo su un’area di 13 ettari.
X. compactus è stato precedentemente segnalato in ICampania, Toscana e Liguria, ed è stato recentemente trovato anche in Francia, a Saint Tropez e Saint-Jean-Cap-Ferrat (2016) e nel Giardino Botanico di Villa Thuret (2017) di Antibes.
X. Crassiuluscus è stato rilevato per la prima volta nei frutteti dell’Italia centro-settentrionale; è comparso nel 2014 a Mont Boron, vicino a Nizza, e nel 2016 nella riserva biologica Ile Sainte Marguerite, vicino a Cannes, e in El Pla de les Clotxes, Benifallò nella regione spagnola di Valencia.
I danni allarmanti nel Parco del Circeo, il numero crescente di segnalazioni lungo la costa tirrenica, all’interno o vicino ai parchi naturali e la conseguente vulnerabilità di molte specie di sempreverde della macchia mediterranea, hanno portato gli scienziati a studiare i possibili percorsi di espansione e sperimentare protocolli di individuazione precoce e misure di contenimento e sradicamento su piccola scala.
Il Progetto Life SAMFIX mira a condividere e sfruttare queste competenze, le scoperte e gli sforzi di ricerca; sviluppare specifici protocolli e strumenti e provarli in una vasta gamma di siti; raccogliere e valutare i dati ottenuti per comprendere meglio le modaità e i percorsi di invasione, i rischi e l’efficacia, al fine di raggiungere i seguenti obiettivi:
– istituire in 6 siti di rilevamento europei all’interno o in prossimità di parchi naturali degli efficaci protocolli di prevenzione, allarme rapido e risposta rapida, sradicamento o contenimento delle attuali infestazioni e prevenzione di future espansioni.
– estendere i protocolli di prevenzione e preallarme a 8 parchi naturali situati nelle vicinanze di questi siti al fine di prevenire eventuali espansioni.
– diffondere conoscenze su percorsi e rischi, protocolli di prevenzione, individuazione precoce e risposta rapida tra organizzazioni, reti ed esperti del Mediterraneo e dell’UE impegnati nelle politiche IAS e tra i gestori di parchi naturali al fine di facilitare l’adozione di misure fitosanitarie e la replicazione dei protocolli sviluppati per preservare le foreste mediterranee e paesaggi di macchia mediterranea.
– 42,179 ettari di ambienti naturali e seminaturali protetti da sistemi efficaci di prevenzione e di allarme rapido, di cui 40.180 ettari di habitat attinenti ai siti Natura 2000 (principalmente Allegato I: 9340, 9540, 9320,5330).
– Riduzione dell’80% delle specie esotiche invasive nelle aree principali del progetto (popolazione/ha) e nessuna espansione in altre aree dopo il 2020.
– Modalità e percorsi di invasione identificati, chiarendo se l’attuale diffusione di entrambe le specie deriva da introduzioni mediate dall’uomo dalle aree native, da aree già infestate nel Mediterraneo o dalla diffusione naturale.
– Linee guida a supporto della Pest and Pathway Risk Analyse. scompletate, diffuse agli organismi competenti e utilizzabili per la standardizzazione delle misure fitosanitarie.
– Efficacia accertata di nuove tecnologie IoT e telerilevamento nel campo del controllo del Xylosandrus.
– 120 stakeholder locali (80% nelle aree principali del progetto), quali gestori di parchi e guardie forestali, vivaisti, proprietari di frutteti e giardini, ispettori pubblici, etc. informati dei rischi di invasione e della necessità di un sistema di prevenzione e formati al riconoscimento dei segnali di presenza di Xylosandrus spp e/o a monitorare le trappole.
– 40 gestori di parchi e ranger addestrati nelle aree di replicazione.
– l’80% dei visitatori del parco informati sulle specie aliene invasive e dei loro rischi per la conservazione della biodiversità; il 10% coinvolto in attività di citizen science.
– 1500 studenti delle scuole superiori informati sulle specie aliene invasive e sui loro rischi per la conservazione della biodiversità e impegnati in attività di citizen science.
– Almeno 1000 cittadini hanno partecipato a sopralluoghi; 40 eventi locali organizzati in aree core e in aree di replica del progetto, a cui hanno partecipato almeno 2000 cittadini e che sono stati trasmessi da media regionali o nazionali locali.
– L’80% dei parchi naturali attorno al Mar Tirreno sensibilizzato sui rischi tramite attività di mailing diretto, la partecipazione a 4 conferenze di progetto o altre conferenze in cui viene presentato il progetto SAMFIX.